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Prime Esperienze

La Firma Passionale


di Membro VIP di Annunci69.it Piacerissimo77
16.04.2025    |    132    |    2 7.6
"Mario, seduto alla scrivania, osservava la scena con un’aria di soddisfazione..."
Era un tardo pomeriggio quando in qualità di agente commerciale della mia azienda, con un’aria sicura e un sorriso magnetico, mi presentai alla sede di un nuovo cliente. L’appuntamento era fissato da giorni, ero determinato a chiudere l’accordo. L’azienda, una piccola ma fiorente realtà nel settore tessile, era gestita da Mario, un uomo sulla cinquantina, con un’aria bonaria e un po’ ingessata. L’incontro iniziò in modo formale, con strette di mano e sorrisi di circostanza. Mario mi accolse nel suo ufficio, un ambiente sobrio ma elegante, con pareti rivestite di legno scuro e una grande scrivania al centro. Mentre eravamo intenti ad iniziare la definizione dell'accordo e i dettagli del contratto, l’atmosfera era professionale, quasi fredda. Ero abituato a trattative di questo tipo, mantenevo un tono calmo e persuasivo, spiegando i vantaggi della mia proposta. Mario, dal canto suo, ascoltava attentamente, annuendo di tanto in tanto, ma senza mostrare particolare entusiasmo. La conversazione procedeva senza intoppi, fino a quando, proprio mentre si stava per firmare il documento, la porta dell’ufficio si aprì con un leggero scricchiolio. Entrò Marta, la moglie di Mario e responsabile contabile dell’azienda. Era una donna di una bellezza disarmante: capelli castani che le cadevano in onde morbide sulle spalle, occhi verdi che sembravano brillare di una luce interiore, e un corpo sinuoso che il tailleur aderente non riusciva a nascondere. Il suo sguardo incrociò immediatamente il mio, e in quel momento qualcosa cambiò nell’aria. Non fu solo un incontro di occhi, ma un’esplosione di energia, un silenzio carico di tensione che sembrò durare un’eternità. Mario, notando il gioco di sguardi , sorrise con un’espressione che non riuscii a decifrare subito. Era un sorriso enigmatico, quasi compiaciuto, come se sapesse qualcosa che ignoravo. “Marta, tesoro, questo è Luca, il nuovo agente con cui stiamo chiudendo l’accordo,” disse Mario, indicandomi con un gesto della mano. “Luca, questa è mia moglie, Marta. Si occupa della contabilità qui in azienda.” Marta si avvicinò con un passo elegante, la sua presenza riempiva la stanza di un profumo dolce e seducente. “Piacere, Luca,” dissi, porgendogli la mano. La sua voce era calda, vellutata. Strinsi la sua mano, sentendo un’improvvisa scarica di elettricità lungo il braccio. “Il piacere è tutto mio,” risposi, cercando di mantenere un tono professionale, ma la voce tradiva un leggero tremito. Mario, seduto alla scrivania, osservava la scena con un’aria di soddisfazione. “Bene, ora che ci siamo tutti presentati, possiamo procedere con la firma,” disse, indicando il contratto. Ero pronto ad apporre la firma, ma il mio sguardo continuava a essere attirato da Marta. Lei si era seduta su una poltrona accanto alla scrivania, le gambe accavallate in modo tale da mettere in risalto le sue forme sinuose e sensuali. I suoi occhi non mi lasciavano, e ogni volta che incrociavo il suo sguardo, sentivo un brivido lungo la schiena. Mario, notando la mia distrazione, sorrise ancora una volta. Questa volta, però, il suo sorriso era più esplicito, quasi malizioso. “Luca, se hai bisogno di un momento per concentrarti, non esitare a dirlo,”disse con un tono che sembrava nascondere un doppio senso. Ero confuso, alzai lo sguardo, ma prima che potessi rispondere, Marta intervenne. “Mario, forse Luca ha ragione. Forse dovremmo prendere una pausa. Potrei offrirti un caffè, Luca?” La proposta di Marta fu come una scintilla che accese un fuoco già pronto a divampare. Io annuì, sentendo il cuore accelerare. “Sì, grazie, un caffè sarebbe perfetto,” risposi, cercando di mantenere la calma. Mario, intanto, si alzò dalla scrivania con un’aria rilassata. “Allora vi lascio soli. Marta, assicurati che Luca si senta a suo agio,” disse, con un tono che non lasciava spazio a dubbi. Il suo sguardo verso di me era carico di complicità, e in quel momento mi chiesi: Mario è consenziente, Mario e Marta sono la chiave di questa dinamica. Non appena Mario uscì dall’ufficio, l’atmosfera cambiò radicalmente. Marta si alzò dalla poltrona, avvicinandosi a me con passi lenti e sensuali. “Allora, Luca, cosa ne pensi di mio marito?” chiese, posando una mano sul bracciolo della poltrona accanto a lui. La sua vicinanza era travolgente, e Luca sentì il respiro farsi affannoso. “Sembra un uomo in gamba,” risposi, cercando di mantenere un tono neutro, ma i suoi occhi tradivano il desiderio che lo consumava. Marta sorrise, un sorriso che era una promessa e una sfida allo stesso tempo. “Oh, lo è,” sussurrò, avvicinandosi ancora di più. “Ma non è l’unico uomo in questa stanza.” La sua voce era un sussurro caldo, che sembrava scivolare lungo la pelle come una carezza. La guardai, sentendo il sangue pulsarmi nelle vene. “E tu, Marta, cosa ne pensi di me?” chiesi, con la voce riempita dal desiderio. Lei posò un dito sulle mie labbra, come per zittirmi e con l'altra mano afferrò la mia mano destra portandosela dritta al viso.
Con fare passionale ma delicato iniziò a muovere la mano sul suo viso, cercando con le labbra le mie dita. Prima sfiorandole con le labbra per poi baciarle, fino a catturarle con la sua bocca e bagnarle. Ecco che all'improvviso sentii dei passi. Mi gelai, il mio sangue divenne marmo, Mario, pensai è finita, girai e tentai di allontanare il mio viso dalla mano di Marta velocemente. Girai il capo verso sinistra e vidi la sagoma di Mario,e la sua voce ruppe il silenzio: "Non ti fermare Luca, Marta non vuole che ti fermi, e nemmeno io lo voglio". Avevo la conferma, Mario e Marta sono complici in questo gioco. Il freddo passò subito, e il caldo della passione tornò a scaldare l'ambiente. Marta tornò a bagnare le mie dita. Erano bagnate, guidate dalla passione lentamente scivolavano dalla sua bocca al collo, mentre il suo corpo si faceva sempre più vicino al mio. Ormai la sedia era troppo scomoda per vivere quel momento, e lasciandomi guidare dai suoi movimenti mi alzai e mi lasciai trasportare sul divano. Mario prese il posto sulla poltrona, seduto consenziente e convinto. Non ero imbarazzato anzi. Ero ancora più eccitato. Marta quasi mi spinse per farmi sedere. E occhi negli occhi iniziò a sbottonare la sua giacca. Una volta sbottonati tutti i bottoni apparvero a me i suoi seni prosperosi e nudi, non indossava reggiseno. I suoi capezzoli erano turgidi e scuri, avvicinandosi a me e questa volta con le sue mani prese il mio capo e lo avvicinò al su petto. Leccare i capezzoli e sentirli indurire era una sensazione forte. Sentire il suo piacere e i suoi piccoli gemiti era la passione pura. Mentre ero intento a perdermi nei suoi seni lei tolse anche i suoi pantaloni e una volta finito , mi invitò a togliere i miei. Tutto senza proferire parole, ma tutto era chiaro in quella stanza. Adesso eravamo nudi, l'uno attaccato all'altro , lei seduta sulle mie gambe, i suoi seni quasi sul mio viso. I nostri corpi uniti adesso si muovevano all'unisono, avanzavano ed arretravano come una sola cosa. Gemiti e Sussurri riempivano l'ambiente, come il profumo del piacere. Più il movimento dei corpi era intenso e più Marta aumentava il volume del suo piacere. Marta guidava l'andamento, il ritmo, fino a stringere forte il suo corpo al mio, forte, intensamente. I gemiti lasciarono posto ai sii, siii , siiii ripetuti ad un volume certo più alto e intenso di prima. Mario si avvicinò a Marta e la baciò sulla fronte, e delicatamente mi diede una pacca sulla spalla con sguardo fiero. Marta lentamente rallentava il suo movimento e lasciava il suo corpo avvolgersi dalle mie braccia e baciando dolcemente il mio collo sussurrò bellissimo
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